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Arriva Rabbit R1, l’assistente AI che sfiderà Alexa e Siri nei prossimi mesi.

Nell’ultima edizione del CES 2024 di Las Vegas, la grande fiera dell’High Tech tenutasi il
9 Gennaio scorso, una nuova startup di Intelligenza Artificiale la Rabbit Inc. ha presentato
un dispositivo tascabile capace di apprendere qualsiasi attività digitale e svolgerla al
posto nostro. Il fondatore della Rabbit Inc. Jesse Lyu, sembrerebbe che odia le app e per
questo ha sviluppato questo dispositivo tascabile chiamato R1 al quale si potrà chiedere
parlandogli o premendo un tasto e senza utilizzare il proprio smartphone, di svolgere
qualsiasi attività
intercettando e accedendo all’app giusta. A quel punto una serie di script
automatici chiamati “rabbit” eseguiranno la vostra richiesta mentre voi potrete dedicarvi
ad altro.

Come funziona Rabbit R1?

Rabbit R1 è un dispositivo squadrato di colore rosso-arancione che ricorda un post-it ed
è stato progettato in collaborazione con l’azienda svedese Teenage Engineering.
E’ dotato di un touchscreen da 2,88 pollici sulla parte sinistra ed una rotella per lo
scorrimento analogico sul lato destro. Al di sopra della rotella, si colloca una
fotocamera che può ruotare di 360 gradi, la “Rabbit Eye”; quando non viente utilizzata,
la camera è rivolta verso l’alto o il basso per garantire la privacy degli utenti, e si può
utilizzare sie per i selfie che come fotocamera posteriore.
Inoltre, Rabbit Eye può essere utilizzata per le videochiamate, anche se in realtà non è
stata ideata come una tradizionale fotocamera per smartphone.


Questo nuovo dispositivo tascabile non è stato sviluppato per sostituire lo
smartphone, bensì ha l’obiettivo di facilitarci i compiti più noiosi, il fondatore della
startup che lo ha prodotto infatti, lo paragona all’azione di passare il telefono ad una sorta
di assistente personale per completare un’azione. R1 Rabbit può per esempio chiamare
Uber al nostro posto, è sufficiente tenere premuto il suo tasto e dire: “Trovami un Uber
per piazza Duomo”. Il dispositivo impiegherà qualche secondo per elaborare la richiesta,
quindi la visualizzerà sullo schermo delle schede con la tariffa e richiederà la corsa.


Il processo è il medesimo per tutta una serie di attività, dalla prenotazione di un
ristorante all’acquisto di un biglietto aereo, passando per l’aggiunta di una canzone
alla propria playlist di Spotify e altro ancora.


Rabbit R1 non ha app, non si connette nemmeno alle Api delle applicazioni, le interfacce
software che i servizi cloud utilizzano per la richiesta dei dati, non ci sono pulg-in né
accout proxy, in sostanza il dispositivo non si accoppia con lo smarthphone.
Esso si basa su Rabbit Os, che funziona come un livello intermedio tramite cui attivare
l’accesso a determinate applicazioni attraverso un portale web. C’è una pagina chiamata
Rabbit Hole che ha diversi link da cui si può accedere ai propri account come Uber,
Spotify e Amazon. Cliccando su uno di questi link vi verrà richiesto di effettuare
l’accesso, dando in concreto a Rabbit Os il permesso di eseguire azioni sull’account
collegato per conto vostro.


Rabbit Os è stato sviluppato per gestire non solo attività ma anche “faccende”, che
risultano essere più complesse e necessitano di interazioni in tempo reale come la
ricerca di itinerari di viaggio e la prenotazione dell’opzione migliore considerando gli
impegni e il budget dell’utente, o ancora l’aggiunta di articoli al carrello di un
supermercato virtuale e il completamento di tutti i passaggi per il check-out ed il
pagamento.


La caratteristica più interessante dell’R1 è la “modalità di apprendimento” sperimentale, che sarà integrata grazie ad un nuovo aggiornamento del dispositivo che sarà fatto più avanti. Per insegnare una nuova azione al dispositivo, si dovrà puntare la fotocamera dell’R1 verso lo schermo del desktop o del telefono ed svolgere l’operazione in questione.

In sintesi stiamo istruendo i nostri rabbit sul processo con cui si eseguono le azioni che si vuole automatizzare. Una volta che i vostri “conigli” hanno imparato il compito, basterà premere il pulsante e chiedere al vostro R1 di fare una cosa che gli avete insegnato voi.
L’obiettivo del team di Rabbit è fare del dispositivo lo strumento con cui ci
interfacciamo con il mondo digitale.

“Stiamo cercando di risolvere un vostro problema – dice Lyu – e di darvi uno strumento così intuitivo che saprete già come usarlo senza dover imparare a farlo”

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