Threads il nuovo Social con oltre 10 milioni di iscritti in 7 ore.
Ma cos’è Threads?
Meta è capace di tirare fuori sempre delle enormi chicche, in questo caso parliamo di
Threads, il nuovo Social che ha raggiunto 30 milioni di utenti in 24 ore per poi arrivare
fino a 100 milioni di utenti sparsi nel mondo. Per fare un paragone, TikTok per raggiungere
gli stessi standard aveva impiegato 9 mesi circa. Insomma una super novità che ha catturato
l’attenzione di molti.
Lanciato in casa Meta il 6 luglio è stato subito definito come rivale di Twitter, che in questo periodo non sembra riscuotere molto successo visti i continui cambiamenti che si sono susseguiti sotto la nuova guida di Elon Musk. Threads ha una semplicissima interfaccia dove è possibile digitare fino a 500 caratteri, al contrario di Twitter che partì con appena 140 caratteri, poi aumentati a 280 nel 2017.
Threads si poggia su Instagram, quindi i profili sono dotati di un link che permette di
accedere al profilo Instagram e quindi andare poi sull’altro Social a visitare i profili.
Infatti, sono presenti già ricerche come quella condotta dall’Ipsos, che evidenzia che il 46% delle persone che hanno partecipato a questa indagine è già passato a Thread, abbandonando in modo definitivo ciò che è il loro profilo.
Cosa ci aspetta in futuro di preciso non lo sappiamo, sicuramente la partenza è stata
davvero in pompa magna se così si può dire. Attendiamo ora però, perchè spesso Meta
lancia delle ottime iniziative che puntualmente fanno cambiare idea a tutti quegli
utenti delusi da “spunta blu di Twitter” a pagamento e la mancata possibilità di
visualizzare i Tweet se non si è abbonati ad un profilo. Insomma le basi ci sono, il resto si
vedrà.
Threads c’è ovunque ma non in Italia, perchè?
Come per Chat Gpt, anche per Threads il garante della privacy ha un ruolo fondamentale in
questa storia, perchè?
Ma andiamo per ordine, chi è il Garante della privacy?
“Il Garante della Privacy è un’autorità indipendente che opera per tutelare e garantire il
rispetto della privacy e dei dati personali delle persone. Il suo ruolo principale è quello di
sorvegliare l’applicazione delle norme sulla protezione dei dati personali e di promuovere la
consapevolezza e la corretta gestione delle informazioni personali. Il Garante della Privacy
ha il compito di monitorare l’uso dei dati da parte delle organizzazioni, ricevere reclami e
segnalazioni, adottare misure correttive e sanzioni in caso di violazioni della privacy e
fornire orientamenti e consulenza sulle questioni relative alla protezione dei dati personali.”
Quindi, il garante della privacy Irlandese, dove ha sede Meta, ha evidenziato l’ incompatibilità
di Threads con GDPR. Infatti nel momento dell’iscrizione viene segnalato che l’app potrebbe
avere accesso a dati sensibili e raccoglierli.
Inoltre basandosi su Instagram si è evidenziato che eliminando l’account di Threads si eliminerebbe anche l’account Instagram. Bug abbastanza spiacevole che sembra Meta stia già affrontando e cercando di risolvere.
Utenti Europei attraverso app e metodi alternativi sono già riusciti ad installarlo. Quindi
sicuramente alcuni di voi lettori saprà già di cosa sto parlando. In caso ovviamente ci
farebbe piacere sapere cosa ne pensate, e come vi state trovando.
“There’s only ONE Twitter”
Bhè ovviamente sappiamo che quando c’è un nuovo nato in ambito Social, spesso l’invidia
degli altri è davvero importante. “There’s only ONE Twitter” così la CEO di Twitter evidenzia
quanto Twitter abbia caratteristiche tutte sue e sia davvero diverso dal nuovo nato. Altro
Twitter, “Don’t want to leave you hanging by a thread” insomma in casa Twitter non è stata
presa bene la novità del Social rivale.
Tanto che sembra che su Twitter siano state limitati i link in uscita verso il nuovo Social,
cosa che in modalità diverse è successa anche su Instagram, quando penalizzava chi
inseriva link esterni al Social. Insomma Elon Musk non è nuovo a questo tipo di censure, in quanto dinamiche simili erano già state attuate nei confronti di Substack.
Ci sono numerosi eventi significativi di censura che possiamo ricordare.
Per esempio, nel 2016 sono emersi casi di diffusione di notizie false e propaganda politica su piattaforme
come Facebook durante le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Ciò ha sollevato
preoccupazioni sull’influenza e sulla responsabilità delle piattaforme nella diffusione di
disinformazione.
Successivamente, nel corso del 2020 e del 2021, si è assistito a una serie di controversie
riguardanti la moderazione dei contenuti, con episodi di ban o sospensioni di
account rilevanti, come nel caso di Donald Trump su diverse piattaforme social. Questi
eventi hanno suscitato dibattiti sul potere delle piattaforme di decidere chi può avere voce
sui social media e sulle implicazioni per la libertà di espressione.
Di conseguenza, vi è stata una crescente pressione sui giganti dei social media affinché
adottino politiche di moderazione più trasparenti e coerenti.
Alcune piattaforme, ad esempio, hanno introdotto comitati di revisione indipendenti per
valutare le decisioni di moderazione, mentre altre hanno cercato di coinvolgere gli utenti
nella definizione delle regole.
Parallelamente, diversi paesi hanno proposto o introdotto leggi volte a regolamentare la
censura sui social media. Queste normative cercano di equilibrare la protezione degli utenti
e la tutela della libertà di espressione, ma sollevano ancora dibattiti sulla loro efficacia e
sulla possibilità di applicazione consistente su scala globale.
Quindi possiamo dire che Threads ha sicuramente avuto un impatto malgrado la sua
giovane vita. Ora bisogna attendere l’ evoluzione se sarà una stella o una cometa.