Il 31 ottobre è iniziata la COP26, un summit importantissimo in cui leader mondiali, diplomatici, CEO e attivisti si incontrano per un confronto serrato sul futuro del nostro pianeta.
Nel 2018, i grandi nomi del settore tessile avevano firmato la Carta dell’industria della moda delle Nazioni Unite, impegnandosi a ridurre le loro emissioni del 30% entro il 2030. Purtroppo la situazione ad oggi non è cambiata e troppo pochi sono stati i progressi.
Ci sono però aziende più piccole che nel loro quotidiano, combattono per un futuro migliore nel mondo della moda, portando avanti una visione sostenibile e green.
Una di questi è sicuramente ZEROBARRACENTO, che è la protagonista dell’intervista di oggi.
Come nasce il vostro brand e cosa vi distingue dagli altri?
ZEROBARRACENTO è un brand emergente di capospalla gender-neutral impegnato nella promozione della progettualità zero-waste.
0 e 100 sono i nostri statement: 0% spreco, 0% genere e 0% eccesso, promuoviamo un marchio che mira ad essere 100% sostenibile. Questo significa essere al 100% tracciabili, trasparenti, inclusivi.
ZEROBARRACENTO nasce dalla volontà non di rivoluzionare, bensì di ristrutturare (re-shape) i valori dell’industria della moda, slegandosi dai trend stagionali e dalle restrizioni imposte da età e genere, dando vita a un prodotto che possa abbracciare e accompagnare colui che lo sceglie nelle diverse fasi della sua vita, adattandosi ai cambiamenti del suo corpo, del suo stile, della sua personalità.
Perché tutti noi cambiamo e ci evolviamo continuamente, ma abbiamo bisogno di un punto fermo, della nostra “copertina di Linus” che ci accompagni e “abbracci” ogni giorno.
I vostri cartamodelli sono sviluppati secondo la modellistica zero-waste. Cosa significa?
In primis che i cartamodelli sono sviluppati attraverso un processo che elimina gli scarti tessili in fase di progettazione, un approccio che contribuisce a ridurre l’uso delle materie prime. Generalmente, in sala taglio si spreca il 15% della materia prima. Ma soprattutto che il marchio ridefinisce i processi produttivi e le scelte che concorrono alla creazione di una collezione poiché ogni elemento è progettato per raggiungere lo zero-waste, tipologia modellistica e commitment raggiunto a 360 gradi, con prodotti monofibra che includono le cimose ed evitando gli accessori difficili da disassemblare.
Qualità rispetto alla quantità, unicità invece che serialità, tracciabilità e trasparenza invece che chiusura.
Il Made in Italy è una scelta valoriale, rappresenta il mezzo per poter tracciare ogni step della produzione, collaborando con fornitori eccellenti e aperti al cambiamento.
In questi anni avete ottenuto numerosi premi, come vi sentite e quali sono i prossimi passi?
Sicuramente è bello vedere riconosciuto il valore del proprio lavoro ma soprattutto per noi questi premi sono “apripista” per nuove opportunità di sviluppo e networking. Al momento siamo tra i finalisti del Vogue YOOX Challenge 2021 e nei prossimi giorni verrà annunciato il vincitore.
Stiamo attualmente sviluppando la collezione AI22/23 che verrà presentata tra gennaio e febbraio in diversi eventi di settore e ci stiamo concedendo qualche sperimentazione a livello materico e formale che speriamo verrà apprezzata dal mercato.
Un consiglio a una lettrice interessata alla moda sostenibile. A cosa bisogna essere sempre attenti quando si vuole fare un acquisto green?
Crediamo che la parola chiave sia informazione: la sostenibilità è un tema per nulla semplice e soprattutto molto ampio. Inoltre termini come green, sostenibile, eco e etico sono spesso abusati. Quindi pensiamo sia fondamentale informarsi prima di scegliere cosa acquistare.
Perché nel momento dell’acquisto il consumatore sceglie quali valori supportare e promuovere. Non bisogna rimanere in superficie ma approfondire e non dare per certo tutto quello che ci viene detto.