Quello che stiamo vivendo è un momento particolarmente rilevante per un tema speciale come quello dell’innovazione. Mentre il mondo lotta per far fronte alle implicazioni economiche e sociali causate dalla crisi coronavirus, ora più che mai, l’innovazione è la migliore speranza per superare il blocco economico. Oggi è evidente a tutti, soprattutto a livello medico, come l’innovazione nella ricerca di cure e di un vaccino sia una speranza che accomuni la popolazione mondiale. La pandemia diventa promemoria di quanto il comparto Ricerca e Sviluppo (R&S) sia una vera e propria necessità non trascurabile.
Arrivato alla sua tredicesima edizione, il Global Innovation Index 2020 (GII 2020), realizzato dalla Cornell University, dall’INSEAD e dall’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO), ci presenta le tendenze dell’innovazione a livello globale e le performance innovative di 131 economie.

Global Innovation Index: sei tendenze nell’innovazione globale
Il quadro di quest’anno è segnato dall’emergenza sanitaria, che ha stravolto molti Paesi portandoli in recessione economica: la conseguenza è che per le aziende sarà ancora più difficile accedere a meccanismi di finanziamento stabili e accessibili. Eppure ogni crisi offre ai mercati opportunità e spazio per un capovolgimento. Cambiamenti positivi potrebbero spingere le nostre società a raggiungere obiettivi di inclusione, diversità e sostenibilità.
Analizziamo insieme sei trend nell’innovazione globale nel 2020 presentati dal Global Innovation Index 2020.
1- Il ruolo dei leader nelle crisi coronavirus: dal contenimento alla ripresa
Negli ultimi anni la politica si è interessata particolarmente nel promuovere l’innovazione. Nel 2018 la spesa per ricerca e sviluppo (R&S) a livello globale è cresciuta del 5,2%, più del PIL mondiale.
La pandemia da coronavirus ha innescato una chiusura economica globale senza precedenti. Dopo la prima ondata nei primi mesi del 2020, la seconda ondata tra ottobre e novembre 2020 sembra averci colpito più di prima. L’attuale crisi economica rischia di peggiorare realtà già fragili, nonché l’ecosistema dell’innovazione. Ciononostante, le previsioni degli esperti sono positive: dal momento che l’innovazione è già al centro di importanti strategie di crescita per nazioni e aziende, ci sono forti speranze che non crolli in picchiata. Mettere di lato piani di R&S e innovazione non garantirebbe la loro competitività in futuro.
C’è di più, il report ipotizza che la crisi COVID-19 possa catalizzare l’innovazione in molti settori tradizionali, come turismo, istruzione e retail. La pandemia stimola l’innovazione anche nel mondo del lavoro e accelera la digitalizzazione delle aziende.
I governi a capo delle grandi economie stanno predisponendo pacchetti di aiuti d’emergenza per le imprese per attutire l’impatto del lockdown, perlopiù attraverso garanzie sui prestiti. Queste misure non sono, però, dirette a finanziare l’innovazione e le startup. Il comparto R&S non viene spesso trattato come il vero motore trainante. Discorso diverso, naturalmente, per i molti investimenti rivolti verso il miglioramento delle strutture e dei processi sanitari, spinti dalla crisi coronavirus che ha investito il mondo dai primi mesi del 2020.
2- Finanza per l’innovazione: un lento declino
Qual è l’impatto dell’attuale crisi su startup, venture capital e altre fonti di finanziamento per l’innovazione? Come riportato dal GII 2020 i finanziamenti, ma anche gli accordi di venture capital, sono fortemente in declino. Ciò rappresenta un vero problema per le startup che potrebbero risultare meno attrattive. I finanziamenti si stanno concentrando maggiormente su “mega deal” tra grandi aziende. Il report 2020 prevede un recupero più veloce per il venture capital rispetto a R&S. Ciò perché i principali hub dell’innovazione continueranno ad attrarre VC e quindi riprenderanno prima l’andamento, concentrandosi maggiormente su salute, istruzione online, Big data, e-commerce e robotica.

3- L’Asia si fa strada come nuovo hub dell’innovazione
La geografia dell’innovazione è in continuo cambiamento. Negli ultimi anni è l’Asia a fare passi da gigante con progressi significativi. Insieme ai principali hub di Singapore e Corea del Sud, registrano una forte crescita Paesi quali Cina, Vietnam, India e Filippine.

A livello globale i principali hub dell’innovazione sono Svizzera, Svezia, Stati Uniti, Regno Unito e Paesi Bassi, tutti Paesi ad alto reddito.
4- Le economie in via di sviluppo alla ribalta con l’innovazione
Al di là delle performance registrare dal Global Innovation Index 2020 per quanto riguarda le principali economie a livello mondiale, meritano una menzione speciale gli alti risultati raggiunti nel campo dell’innovazione dalle economie emergenti. Gli editori della ricerca sottolineano come, per alcuni indicatori di innovazione presi in considerazione, ai primi posti non si trovano le principali economie ad alto reddito, bensì Paesi in via di sviluppo.

È il caso ad esempio della Thailandia, al primo posto per ciò che riguarda R&S a livello aziendale; la Malesia al primo posto per esportazioni nette nel comparto high-tech. Spostandoci nell’Africa subsahariana, il Botswana è il primo paese al mondo per spesa in istruzione e il Mozambico è leader in investimenti a livello globale. In America Latina, il Messico è il più grande esportatore mondiale di beni creativi. Questo dato sottolinea e dimostra come oggi l’innovazione sia il motore di spinta di tutte le economie.
5- Sono ancora presenti forti divisioni regionali
Nonostante non tutti i singoli criteri di valutazione dell’innovazione sono occupati da economie ad alto reddito, è innegabile che esistano ancora forti divisioni regionali.
A livello globale, Nord America e Europa sono in testa alle performance in fattore di innovazione, seguite dal Sud-est asiatico, dall’Asia orientale e dall’Oceania. Con un ampio distacco seguono Nord Africa, Asia Occidentale, America Latina e Caraibi, Asia centrale e meridionale e Africa subsahariana.
Prendendo ad esempio l’area America Latina e Caraibi, abbiamo una regione con forti squilibri, caratterizzata da bassi investimenti e risultati in R&S e innovazione. Eppure Cile, Uruguay e Brasile producono articoli tecnici e scientifici ad alto livello. Il Brasile è ai primi posti a livello mondiale per ciò che riguarda i brevetti.
Il continente africano invece presenta una situazione piuttosto eterogenea: i sistemi di innovazione in Africa sono generalmente caratterizzati da bassi livelli di attività scientifica e tecnologica. Il tutto accompagnato da un’elevata dipendenza da governi stranieri e un tessuto imprenditoriale molto difficile. All’interno di queste ampie generalizzazioni nel continente africano spiccano comunque spot minori dediti all’innovazione. Insomma, se si guarda più da vicino esistono innovazioni pervasive anche in Africa, più di quanto i dati generali suggeriscono a prima vista.
6- L’innovazione ruota intorno a cluster scientifico-tecnologici
Il mondo dell’innovazione è raggruppato in cluster di scienza e tecnologia (S&T). Analizzando l’intensità di lavoro, ovvero la somma di brevetti e pubblicazioni scientifiche divise per il numero della popolazione, il GII 2020 fa luce sui principali 100 cluster. Questi sono collocati in 26 Paesi, perlopiù ad alto reddito, ad eccezione di Brasile, Cina, India, Iran, Turchia e Federazione Russa, Paesi invece a reddito medio.

In testa su tutti ci sono gli Stati Uniti che ospitano ben 25 cluster scientifico-tecnologici, seguiti da Cina (17), Germania (10) e Giappone (5). Anche nel 2020, è il cluster Tokyo-Yokohama a presentare le migliori prestazioni, seguito da Shenzhen-Hong Kong-Guangzhou, Seoul, Pechino e San Jose-San Francisco.
Verso una politica che incentivi l’innovazione
L’innovazione continua a promuovere le economie anche in tempi di duri cambiamenti. Grazie al report Global Innovation Index 2020, abbiamo fatto luce su alcune delle principali tendenze in materia di innovazione a livello globale. Nel 2020, anche in un mondo scosso dalla pandemia da COVID-19, diventa chiaro come gli investimenti in R&S e innovazione siano essenziali. Un chiaro esempio è l’uso della tecnologia blockchain che sta cambiando il settore della finanza.
Di fronte l’aumento di nazionalismi e isolazionismo è importante sottolineare che i Paesi che in questi anni sono venuti alla ribalta nel campo dell’innovazione, come Cina, Vietnam, India e Filippine, hanno beneficiato fortemente dell’integrazione in una catena di valore globale all’insegna della cooperazione internazionale. È dunque chiaro che gli Stati devono abbracciare una politica dell’innovazione se intendono rimanere competitivi.